CABARET YIDDISH
Durata: 90 min
Lingua: Italiano
Con: Moni Ovadia, Paolo Rocca, Michele Gazich, Giovanna Famulari, Nicu Nelutu Baicu
Di e con Moni Ovadia
e con
Clarinetto PAOLO ROCCA
Violino MICHELE GAZICH
Violoncello GIOVANNA FAMULARI
Fisarmonica NICU NELUTU BAICU
Suono MAURO PAGIARO
La lingua, la musica e la cultura Yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro di “Cabaret Yiddish. Si potrebbe dire che lo spettacolo abbia la forma classica del cabaret comunemente inteso. Alterna infatti brani musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni che la comprovata abilità dell’intrattenitore sa rendere gustosamente vivaci. Uno spettacolo che “sa di steppe e di retrobotteghe, di strade e di sinagoghe”. Tutto questo è ciò che Moni Ovadia chiama “il suono dell’esilio, la musica della dispersione”: in una parola della diaspora
90 min
Lingua: Italiano
Con: Moni Ovadia, Paolo Rocca, Michele Gazich, Giovanna Famulari, Nicu Nelutu Baicu
Di e con Moni Ovadia
e con
Clarinetto PAOLO ROCCA
Violino MICHELE GAZICH
Violoncello GIOVANNA FAMULARI
Fisarmonica NICU NELUTU BAICU
Suono MAURO PAGIARO
La lingua, la musica e la cultura Yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro di “Cabaret Yiddish. Si potrebbe dire che lo spettacolo abbia la forma classica del cabaret comunemente inteso. Alterna infatti brani musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni che la comprovata abilità dell’intrattenitore sa rendere gustosamente vivaci. Uno spettacolo che “sa di steppe e di retrobotteghe, di strade e di sinagoghe”. Tutto questo è ciò che Moni Ovadia chiama “il suono dell’esilio, la musica della dispersione”: in una parola della diaspora